ABBIAMO TROVATO UN’ORGANIZZAZIONE DI ENCOMIABILE EFFICIENZA

Eravamo tre fratelli maschi. Di recente è venuto a mancare il più anziano. Stava vivendo una serena vecchiaia, ma nel giro di pochi mesi ha subito un progressivo decadimento organico, passando dalla piena autosufficienza ad uno stato di prostrazione fisica. Viveva da solo; si rese quindi necessario programmare un piano di assistenza domiciliare. Inizialmente gli avevamo affiancato una persona per qualche ora al giorno, arrivando gradualmente a dovergli garantire una presenza costante per tutto l’arco della giornata: il consueto percorso che molte famiglie sono obbligate a sperimentare. Ma tutto questo si rivelò ancora inadeguato. Frequenti situazioni di emergenza richiedevano l’intervento della Guardia Medica o del Pronto Soccorso. In via precauzionale, ci eravamo già messi in lista per un suo ingresso a Santa Chiara. A febbraio si liberò un posto, e si decise con il suo consenso (non aveva mai perso lucidità mentale) per il ricovero. E qui superammo presto le nostre titubanze iniziali. Nella mia commedia “La not de Santa Lusia” faccio dire al personaggio del nonno la battuta: “a Santa Ciara ghe vo no, hì capid? Se vurì purtàm dénter, ve tuca ligàm!”. La commedia si svolge al tempo dell’immediato dopoguerra, quando Santa Chiara rappresentava, nella concezione corrente, un approdo estremo, un simbolo di abbandono. Da alcuni decenni l’immagine della casa di riposo è completamente cambiata, attraverso un’organizzazione di encomiabile efficienza. La perdita di una persona cara è un trauma che può trovare conforto nella consapevolezza di aver cercato di alleviarne, fin dove possibile, i disagi e le sofferenze. Leggiamo spesso di lagnanze nei confronti delle strutture sanitarie e dei servizi sociali. Mi sento in obbligo di esternare, una volta tanto, un giudizio più che positivo sulla nostra seppur breve esperienza, ringraziando la dottoressa Santus e tutto il personale addetto al reparto Mimose, per la competenza e la premurosa sensibilità dimostrate nella triste occasione.
Bruno Pezzini
(Lodi)