ARTETERAPIA

News da settembre 2016

“Rivolto al CDI”

NASCE L’IDEA DELL’ATELIER INTEGRATO DINAMICO E CREATIVO 

  • Aperto e accessibile a tutti i nuovi ingressi (ob dell’at: offrire uno sguardo/consulenza in fase di ingresso )
  • Aperto e accessibile a chi spontaneamente si avvicina anche solo per poche volte e neppure con costanza ( ob dell’at: comunicare e lasciare traccia – in questo caso non verrà compilata scheda di decodifica ma solo breve report narrativo sul diario in fasas)
  • Dinamico (metodo tradizionale con alternanza interventi di natura creativa )

       INTERVENTI

  • A) incontro con l’arteterapia clinica (uso spontaneo in fo e accompagnato in ft con decodifica)
  • B) incontro con l’arteterapia artistica (uso indirizzato: esercizi pittografici di distensione motoria, tematiche per   “rammendare l’esistenza”, approccio di conoscenza tecniche e artisti)
  • C) incontro con l’arteterapia recettiva (comunicare attraverso visione opere d’arte, capacità narrativa e procedurale )
  • D) incontro con l’artereapia visiva ( visita musei)

 

 

rivolto a TUTTI i nuovi ingressi dei reparti della Fondazione

NASCE L’IDEA DELL’ATELIER INDIVIDUALE RECETTIVO NARRATIVO

atelier individuale per parlare di emozioni in una fase delicata di cambiamento come l’ingresso in RSA con l’obiettivo di essere accolto nell’immediata fase di cambiamento e ricevere un’attenzione individuale e personalizzata esplorando attraverso un canale mediatore non verbale la dimensione del “chi sono “ (aspetto biografico) e del “cosa provo” (aspetto emozionale)

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ARTETERAPIA: COS’E’

 L’Arte (con i suoi materiali, le sue procedure e le sue teorie e i tecnicismi) unita alla terapia (intesa come supporto al cambiamento e benessere all’interno di relazione di fiducia) va considerata come uno dei tanti strumenti che consentono oggi di poter entrare in contatto con la persona insegnando un linguaggio diverso per comunicare

L’arte consente, con i suoi codici, di rendere visibile ciò abbiamo internamente e di metterlo su uno scenario per farlo vivere. Ecco perché i lavori in Arteterapia non hanno bisogno di essere belli esteticamente, non sono oggetto da mostrare a tutti, ma soggetto da condividere solo con chi si prende cura delle persone ogni giorno, per dire con le immagini ciò che con le parole diventa difficile.

Usiamo l’arteterapia come una tecnica terapeutica non verbale, utilizzando il linguaggio dell’arte come mezzo di comunicazione, allo scopo di incanalare ed organizzare emozioni, conflitti o ricordi dando loro forma in un’opera visiva concreta che viene effettuata all’interno della dinamica relazionale tra terapeuta e fruitore. L’attenzione è rivolta soprattutto al processo creativo di cui l’opera non è altro che il risultato visivo. In altri termini le potenzialità terapeutiche sono presenti non nel prodotto, ma nel processo creativo. E’ l’opera artistica a divenire uno strumento terapeutico, in quanto permette di poter comunicare e riconoscere quelle emozioni celate nel mondo interiore; un mondo che, nella vita reale, rischierebbe di portare all’alienazione.

Se nella psicoterapia l’espressione verbale è lo strumento privilegiato grazie al quale il terapeuta entra in contatto con i vissuti emotivi del paziente ed esprime i propri interventi, nell’arte terapia è l’espressione grafica a svolgere queste funzioni.

Esprimersi con l’arte vuol dire non solo comunicare qualcosa di sé, ma anche imparare come farlo, modulando gli istinti, le emozioni e il pensiero.  L’arte oggettiva sentimenti ed emozioni consentendo di contemplarli e capirli, concretizza l’esperienza interiore dando la possibilità di farla emergere, riconoscerla, interpretarla e contenerla.

La messa in forma visiva e concreta rende condivisibili le immagini e, grazie alla strategia di base della terapia artistica, permette agli utenti di rendere riconoscibili desideri, traumi, aspirazioni, inquietudini e problemi che altrimenti rimarrebbero sopiti e non compresi. All’interno d’una protetta e concordata relazione d’aiuto, grazie a un percorso di cura individualizzato e tutelato, tramite segni, forme e materia, nasce il rinforzo, la possibilità di esprimere e quindi la gestibilità del malessere.

L’attenzione non è rivolta all’interpretazione psicologica delle opere o all’addestramento artistico ma alla decodifica del linguaggio grafico-plastico come specchio delle vicende interne e relazionali dell’utente. Sapere decodificare l’arte messa a punto dai pazienti farà in modo che sempre meno si ricorrerà ad interpretazioni, a contorni di verbalizzazioni, a spiegazioni, a titoli e temi, a schemi di protocolli nosografici.

L’arteterapeuta infatti non è lo specialista che gestisce il paziente ma l’immaginario del paziente per arrivare a comprendere il suo mondo interiore. E’ con l’immagine infatti che costruiamo un mezzo di comunicazione immediata favorendo la proiezione dei contenuti inconsci.

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ARTETERAPIA: PERCHE’ CON LE PERSONE ANZIANE

  • L’Arteterapia, essendo un percorso che appoggia e sostiene la parte sana, sposta l’attenzione dalle incapacità alle abilità residue della persona presa in carico, con conseguenti importanti effetti riabilitativi e di rinforzo dell’autostima.
  • L’arte lascia testimonianza del passaggio in vita, diventando a volte una sorta di testamento, ripristina la possibilità di comunicare, progettare e quindi esistere.
  • L’arte è l’unico strumento in grado di dare forma alle immagini interne, ai pensieri, ai traumi e ai sogni della persona, facendo emergere aspetti che, portati in equipe, aprono la possibilità anche ad altre successive forme di intervento ed assistenza.

 

IL RUOLO DELL’ARTETERAPEUTA A SANTA CHIARA: LA FILOSOFIA DEL RAMMENDATORE DI ESISTENZE

Si legge quanto l’invecchiamento sia un processo contraddittoriamente denso di rischi e di opportunità, un periodo in cui si verifica un difficile aumento delle responsabilità individuali, in concomitanza con una restrizione, o di una variazione di ruoli familiari, professionali e sociali. Nonostante il peggioramento, il declino, la fatica e la malattia, la vecchiaia è un’età aperta, una parte della vita ancora da inventare: prendendosi cura di sé, lasciando affiorare quelle curiosità, quelle voglie, quei desideri da sempre presenti e messi da parte.

L’arteterapeuta a Santa Chiara, nonostante gli studi riguardanti l’invecchiamento, condotti sino ad oggi siano sempre più dedicati alla valutazione e dei livelli e delle performances cognitive della persona che invecchia, ha scelto di porsi un triplice intentoimg_2727

  • L’intento di intravedere una possibile via alla libertà: libertà di essere liberi delle proprie scelte. Sarebbe interessante l’assunzione di responsabilità da parte dei soggetti nella costruzione della propria originale vecchiaia: essere liberi di inventare la vecchiaia con i propri attrezzi, rientra in un processo creativo che offre l’opportunità di immaginare, rivivere e valutare la propria vita.
  • L’intento di offrire una visione alternativa a chi si occupa ogni giorno di aspetti assistenziali e clinici: dare voce all’anziano e al suo immaginario, un anziano che lascia traccia e segni del suo passaggio esprimendo pensieri, sogni, le frustrazioni e i traumi
  • L’intento di contribuire allo studio sulla dimensione affettiva dell’anziano attraverso le potenzialità creative che ognuno mette in atto.

La finalità a cui tende l’intervento è quella di dare un senso nel qui ed ora poiché i lavori sono spesso frammentati, sono la voce di un pensiero, di un’emozione, di un desiderio che nasce nell’immediatezza stessa della produzione. Si tratta infatti di atelier fluttuanti. A noi il compito di tessere, di intervenire per rammendare esistenze, ricucire e ricamarne le ombre.

Percorsi in atto in ottica dinamica

  • arteterapia recettiva rivolto a tutti i nuovi ingressi in regime definitivo ( incontri individuali )
  • arteterapia con i materiali rivolto al Centro Diurno Integrato (percorso individuale in setting di gruppo)