Usiamo l’arteterapia come una tecnica terapeutica non verbale, utilizzando il linguaggio dell’arte come mezzo di comunicazione, allo scopo di incanalare ed organizzare emozioni, conflitti o ricordi dando loro forma in un’opera visiva concreta che viene effettuata all’interno della dinamica relazionale tra terapeuta e fruitore. L’attenzione è rivolta soprattutto al processo creativo di cui l’opera non è altro che il risultato visivo. In altri termini le potenzialità terapeutiche sono presenti non nel prodotto, ma nel processo creativo. E’ l’opera artistica a divenire uno strumento terapeutico, in quanto permette di poter comunicare e riconoscere quelle emozioni celate nel mondo interiore; un mondo che, nella vita reale, rischierebbe di portare all’alienazione.
Se nella psicoterapia l’espressione verbale è lo strumento privilegiato grazie al quale il terapeuta entra in contatto con i vissuti emotivi del paziente ed esprime i propri interventi, nell’arte terapia è l’espressione grafica a svolgere queste funzioni.
Esprimersi con l’arte vuol dire non solo comunicare qualcosa di sé, ma anche imparare come farlo, modulando gli istinti, le emozioni e il pensiero. L’arte oggettiva sentimenti ed emozioni consentendo di contemplarli e capirli, concretizza l’esperienza interiore dando la possibilità di farla emergere, riconoscerla, interpretarla e contenerla.
La messa in forma visiva e concreta rende condivisibili le immagini e, grazie alla strategia di base della terapia artistica, permette agli utenti di rendere riconoscibili desideri, traumi, aspirazioni, inquietudini e problemi che altrimenti rimarrebbero sopiti e non compresi. All’interno d’una protetta e concordata relazione d’aiuto, grazie a un percorso di cura individualizzato e tutelato, tramite segni, forme e materia, nasce il rinforzo, la possibilità di esprimere e quindi la gestibilità del malessere.
L’attenzione non è rivolta all’interpretazione psicologica delle opere o all’addestramento artistico ma alla decodifica del linguaggio grafico-plastico come specchio delle vicende interne e relazionali dell’utente. Sapere decodificare l’arte messa a punto dai pazienti farà in modo che sempre meno si ricorrerà ad interpretazioni, a contorni di verbalizzazioni, a spiegazioni, a titoli e temi, a schemi di protocolli nosografici.
L’arteterapeuta infatti non è lo specialista che gestisce il paziente ma l’immaginario del paziente per arrivare a comprendere il suo mondo interiore. E’ con l’immagine infatti che costruiamo un mezzo di comunicazione immediata favorendo la proiezione dei contenuti inconsci.

ARTETERAPIA: PERCHE’ CON LE PERSONE ANZIANE
- L’Arteterapia, essendo un percorso che appoggia e sostiene la parte sana, sposta l’attenzione dalle incapacità alle abilità residue della persona presa in carico, con conseguenti importanti effetti riabilitativi e di rinforzo dell’autostima.
- L’arte lascia testimonianza del passaggio in vita, diventando a volte una sorta di testamento, ripristina la possibilità di comunicare, progettare e quindi esistere.
- L’arte è l’unico strumento in grado di dare forma alle immagini interne, ai pensieri, ai traumi e ai sogni della persona, facendo emergere aspetti che, portati in equipe, aprono la possibilità anche ad altre successive forme di intervento ed assistenza.
IL RUOLO DELL’ARTETERAPEUTA A SANTA CHIARA: LA FILOSOFIA DEL RAMMENDATORE DI ESISTENZE
Si legge quanto l’invecchiamento sia un processo contraddittoriamente denso di rischi e di opportunità, un periodo in cui si verifica un difficile aumento delle responsabilità individuali, in concomitanza con una restrizione, o di una variazione di ruoli familiari, professionali e sociali. Nonostante il peggioramento, il declino, la fatica e la malattia, la vecchiaia è un’età aperta, una parte della vita ancora da inventare: prendendosi cura di sé, lasciando affiorare quelle curiosità, quelle voglie, quei desideri da sempre presenti e messi da parte.
L’arteterapeuta a Santa Chiara, nonostante gli studi riguardanti l’invecchiamento, condotti sino ad oggi siano sempre più dedicati alla valutazione e dei livelli e delle performances cognitive della persona che invecchia, ha scelto di porsi un triplice intento
- L’intento di intravedere una possibile via alla libertà: libertà di essere liberi delle proprie scelte. Sarebbe interessante l’assunzione di responsabilità da parte dei soggetti nella costruzione della propria originale vecchiaia: essere liberi di inventare la vecchiaia con i propri attrezzi, rientra in un processo creativo che offre l’opportunità di immaginare, rivivere e valutare la propria vita.
- L’intento di offrire una visione alternativa a chi si occupa ogni giorno di aspetti assistenziali e clinici: dare voce all’anziano e al suo immaginario, un anziano che lascia traccia e segni del suo passaggio esprimendo pensieri, sogni, le frustrazioni e i traumi
- L’intento di contribuire allo studio sulla dimensione affettiva dell’anziano attraverso le potenzialità creative che ognuno mette in atto.
La finalità a cui tende l’intervento è quella di dare un senso nel qui ed ora poiché i lavori sono spesso frammentati, sono la voce di un pensiero, di un’emozione, di un desiderio che nasce nell’immediatezza stessa della produzione. Si tratta infatti di atelier fluttuanti. A noi il compito di tessere, di intervenire per rammendare esistenze, ricucire e ricamarne le ombre.
Percorsi in atto in ottica dinamica
- arteterapia recettiva rivolto a tutti i nuovi ingressi in regime definitivo ( incontri individuali )
- arteterapia con i materiali rivolto al Centro Diurno Integrato (percorso individuale in setting di gruppo)